Anche se Dante Alighieri attribuisce a Federico II il merito di aver promosso la Scuola poetica Siciliana e di aver contribuito all’affermazione del volgare, il siciliano illustre, non gli risparmia di riposare nel sesto girone dell’Inferno, dove si trovano le anime degli eretici e degli epicurei. Ma chi erano costoro? I seguaci del filosofo greco Epicuro credevano nella mortalità dell’anima, e per questo venivano ritenuti infedeli a Dio. Nella Divina Commedia essi sono condannati a rimanere all’interno di sepolcri infuocati: tra di loro vi è l’Imperatore Federico II, ritenuto dal guelfo Dante un eretico, per giunta scomunicato, secondo la propaganda politica dell’epoca.
Nella Commedia compaiono anche altri personaggi legati alla figura dell’Imperatore: il figlio Manfredi attende il perdono divino in Purgatorio, in seguito alla sua morte avvenuta nel corso della Battaglia di Benevento, mentre la madre Costanza d’Altavilla è accolta nella beatitudine del Paradiso. Dante infatti abbraccia il mito (o per meglio dire, la diceria) che voleva Costanza una monaca prima delle nozze forzate con Enrico VI.