L'incoronazione di Federico II a Imperatore del Sacro Romano Impero comportò la promessa alla Chiesa di guidare una crociata in Terrasanta. Tuttavia, egli aveva più a cuore gli interessi del Regno di Sicilia e per tale motivo rimandò più volte l'inizio dell’impresa. Le crescenti tensioni per la mancata partenza portarono alla scomunica dell’Imperatore ad opera di papa Gregorio IX, che arrivò a definirlo «l’Anticristo». Ciò nonostante, nel 1228 Federico II decise di partire per la sesta crociata. Contrariamente alle aspettative, questa si risolse per vie diplomatiche e senza spargimenti di sangue: Federico ottenne la custodia di Betlemme, Nazareth e Gerusalemme, ma questa soluzione pacifica scatenò l’ira del papa. L’Imperatore ottenne il successo dell’impresa grazie a delle lunghe e difficili trattative con il sultano d’Egitto Malik al-Kamil; per dieci anni, Gerusalemme passò sotto l'amministrazione cristiana, e durante questo periodo, una specifica convenzione permise ai Musulmani di accedere ai luoghi di culto. Ma quali furono gli argomenti a favore di questa “vittoria”?
Federico era rinomato per la sua politica favorevole all'integrazione della comunità musulmana nel Regno di Sicilia. Inoltre, acquisì il titolo di Re di Gerusalemme sposando Jolanda di Brienne, erede al trono della città, dimostrando così il suo impegno nei confronti di una coesistenza pacifica e di un legame tra diverse fedi nel suo regno.